giovedì, settembre 13, 2007

L'albero di fico ed il mio cuore a pezzi

A pezzi. E sono passate a malapena due settimane dal mio ritorno. Due settimane in cui non mi sono resa conto di ciò che era accaduto proprio vicino a me.
Me ne sono accorta oggi mentre tornavo da scuola, ignara. E' anche un caso il fatto che io sia passata proprio da lì, perchè di solito prendo sempre un autobus per cui il mio percorso è diverso. Beh, comunque, stavo tornando con la testa bassa in quanto non sono ancora abituata al luccichio delle Superga nuove argento. Questo di per sè non è poi così rilevante, però ha contribuito all'effetto totale degli eventi sul mio cuore. Dunque, stavo guardando le Superga distrattamente quando alzando lo sguardo ho cercato il fico della proprietà privata prima di svoltare per la mia via. Cioè, superare lo sconforto ed essere qui a raccontare di come alzando lo sguardo ho visto solo i cartelli che piazzano gli edili mostrando il progetto di una palazzina, per esempio, esempio non a caso in quanto si tratta del caso specifico che vi sto andando a descrivere, è stato davvero difficile e non senza qualche crisi di pianto, che presto saranno seguite da quelle di nervi.
Cercavo il fico come ho fatto per diciotto anni della mia vita, ovvero tutta la mia vita, il fico che ho visto crescere, il fico che mia nonna saccheggiava maldestramente ovviamente facendosi sorprendere nel bel mezzo dell'atto costituente a tutti gli effetti reato, il fico che ogni stagione cresceva con me e con molti altri che forse semplicemente si chiedevano " ma che cazzo ci fa un fico in piena Bologna!", il fico che costituiva un riferimento per il quartiere, nonostante tutto.
E' terribile come tutto quello che ruota attorno a questo fico sia sparito con lui, senza che io me ne accorgessi, in silenzio, nel pieno dell'estate o già verso l'inizio di un autunno triste, sicuramente spoglio dei colori che il fico regalava a tutti.