lunedì, luglio 28, 2008

No.

No. Non è neanche lontanamente pensabile che venga permesso ad Ezio Greggio di citare Giuseppe Ugaretti, e non è concepibile che la televisione offenda la buona Bjork utilizzando All is full of love per far ancheggiare la Chiabotto con i lustrini sul culo.

giovedì, luglio 17, 2008

Non finisce un bel niente senza che si ringrazi

Fu così che si concluse la carriera scolastica atta al conseguimento dell'ex diploma di maturità, ora non saprei nemmeno come chiamarlo. Beh, insomma, dopo questo periodo stressante era doveroso prendersi una pausa prima di tornare a stancare gli occhi, quindi, mi riduco a scrivere solo adesso. In realtà avrei troppo da scrivere, ringraziamenti da fare, speranze da alimentare, ecc ecc. Ci posso provare lo stesso, e prego gli eventuali lettori di comprendere come io abbia dovuto rimuovere alcune informazioni per fare entrare tutto in testa in vista dell'esame e, di conseguenza, l'italiano degno di un tunisino.
La prima cosa da fare è senza dubbio ricordare il Salvemini per quello che ha rappresentato, non solo un patibolo e la sveglia alle cinque per studiare. Non solo per gli scioperi organizzati per avere una lavagna decente e le assemblee d'istituto fantasma. Non solo per il banano incomprensibilmente racchiuso tra le sue mura e tantomeno per l'alberello spelacchiato di natale. Il Salvemini è stato qualcosa di più. E' stato l'Erica che emulava i versi della giungla per i corridoi ed è stato la visita a San Patrignano, le mosche ammazzate con le proprie mani, gli sguardi di ghiaccio di Gianni che ci ha lasciati quest'anno (non è morto, è andato in pensione), è stato il non essere assolutamente in grado di copiare, le mele entrate dalla finestra, la prof di conversazione inglese che marca convinta il fatto che la notte prima le è "venuta una piscia da cavallo", la Soumia silenziosa che forse ne sa una più del diavolo, la Cesari ed i suoi pizzoni, e le sue strane convinzioni ed assurdità, la gita a Barcellona dove Bellicapelli ubriaco è rimasto imprigionato in una ruota da criceto di grandezza umana e nessuno faceva niente per aiutarlo, anzi, tutti speravano che ci rimanesse per sempre solo perchè faceva ridere.
E, alla fine, il Salvemini è stato il dover studiare come matti per l'esame che incuteva terrore a tutti, e, finito questo, almeno per me è stata davvero una soddisfazione che ha pagato tutto. Il Salvemini nel bene e nel male è stato la mia famiglia per cinque anni, da quando per la prima volta mi sono seduta al banco della 1 Ap con la toppa dei Nirvana cucita sullo zaino a quando, con disprezzo, ripensavo alla me stessa dell'inizio.
Ora, sarà una cosa noiosa per molti ricordare, eppure io sento di averne bisogno visto che non penso ci sarà mai più un Tiri che asserisce di odiare il balletto in quanto non gli interessa vedere "finocchi che ballano", un Bruno che ci porta all'Ikea e che sembra un sultano con le tredici mogli al seguito, uno Shaw che picchia gli alunni, un Orlandini che, quando inizia la verifica, dice: "Tenete pure sotto gli appunti".
Ciao Salvemini!