mercoledì, novembre 17, 2010

Can't you smile on the outside? We're on the inside

... And you just don't know
how to live on the inside
smile on the outside

giovedì, ottobre 21, 2010

.

Io amo il mio guscio.

domenica, ottobre 10, 2010

E' freddo.

E' freddo ma niente ancora è congelato, io amo gli Ok-Go ma non penso loro amino me.
Amarmi è difficile, non mi amo neanche io. E' un'esistenza ostile alla tranquillità e alla serenità probabilmente, inquietudine agitazione ed indecisione e quindi sofferenza, ma va bene così. A volte mi godo il sole sul viso o il vento tra i capelli e penso che sono comunque fortunata ad averne la percezione, delle piccole cose, servono per non morire dentro e per non guardare in faccia la grande realtà delle cose, che incombe sempre come una grossa ombra gelida e scura.
Io per ora le cammino davanti.

domenica, settembre 26, 2010

Fa male male

God that was strange to see you again
Introduced by a friend of a friend
Smiled and said 'yes I think we've met before'
In that instant it started to pour,
Captured a taxi despite all the rain
We drove in silence across Pont Champlain
And all of the time you thought I was sad
I was trying to remember your name...

This scar is a fleck on my porcelain skin
Tried to reach deep but you couldn't get in
Now you're outside me
You see all the beauty
Repent all your sin

It's nothing but time and a face that you lose
I chose to feel it and you couldn't choose
I'll write you a postcard
I'll send you the news
From a house down the road from real love...

Live through this, and you won't look back...
Live through this, and you won't look back...
Live through this, and you won't look back...

There's one thing I want to say, so I'll be brave
You were what I wanted
I gave what I gave
I'm not sorry I met you
I'm not sorry it's over
I'm not sorry there's nothing to save

I'm not sorry there's nothing to save...

sabato, luglio 24, 2010

Boh?

Non ho sinceramente capito.

mercoledì, maggio 19, 2010

Eleonora Mignani in: "L'amicizia è una questione d'incastro".

Eleonora Mignani, come si suol dire, se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Questo non per qualche pregio o difetto in particolare, no, bisognerebbe inventarla e basta.
Perchè c'è bisogno di non convenzione, non regolarità, non linearità.
Eleonora Mignani non è convenzionale, non è regolare, non è lineare. Un giorno sale sul treno con il sacco dell'immondizia attaccato al braccio perchè si è dimenticata di buttarlo, quello dopo ferma con un ago da cucito la memory card del suo telefono perchè l'ha buttato in mezzo alla strada la sera prima, ed il giorno dopo ancora combina questo.

h 15,30. A lezione di economia politica, Eleonora gioca con la sua collanina e io sono di fianco che col bluetooth le invio un paio di canzoni perchè la settimana prima ha formattato la memory card del telefono. Tutto a un tratto tira troppo la collanina e si rompe, cade il ciondolo tra il mio seggiolino ed il suo, ed Eleonora si piega imprecando per raccoglierlo; continuo a prendere appunti ignara di quello che sta per succedere quando sento un lamento provenire dal basso. Mi giro e c'è l'Eleonora tutta storta, con il braccio incastrato tra i due seggiolini che non riesce a muoversi, con gli occhi enormi per la paura.

- Mi sono incastrata!-

Capisco la gravità della situazione ma non riesco a non scoppiare a ridere e finisco col piangere, mentre qualche curioso si gira a vedere cosa succede ed il professore guarda storto nella nostra direzione. Mentre io mi devasto gli addominali ridendo Eleonora pensa queste cose:
  • se mi muovo rompo il braccio
  • se non mi muovo mi si sfonda il gomito
  • se il professore se ne accorge mi smerda davanti a tutti i figli degli avvocati
  • se qualcuno di questi stronzi se ne accorge ho fatto una figura di merda
  • se non mi riesco a scastrare da sola vuol dire che mi dovrà scastrare qualcuno quindi per forza il professore dovrà interrompere la lezione e venire ad aiutarmi
  • se il professore che ha interrotto la lezione non riesce a scastrarmi vuol dire che la cosa è seria e che bisogna chiamare i pompieri a smontare l'intera fila di seggiolini
  • sta stronza qua di fianco ride e non fa un cazzo per aiutarmi
Dopo aver cercato di muovere in qualche modo non l'Eleonora ma il seggiolino ho il lampo di genio: le spalmo il braccio di crema così forse si riesce a sfilare. Accoglie l'idea la buona Eleonora dicendo ad alta voce, spaventata: -Io nella borsa ho qualcosa che lubrifica!-. Quel qualcosa che lubrifica è un gel disinfettante e, dopo averne spalmati due litri sul suo braccio, lei tira con uno sforzo disumano e riesce a scastrarsi: il braccio è gonfio e c'è pure un graffio. Ma Eleonora è salva.

Eleonora è salva!

martedì, maggio 11, 2010

Il cambiamento non cambia.

Ma tanta di quella nebbia, come quest'anno, proprio non me l'aspettavo.
Ci si deve proprio lottare e sperare che cambi, ovunque ci si trovi, perchè la realtà delle cose è che non conta quello che esternamente può rivelarsi utile per stare bene, ma quello che internamente può rivelarsi inutile per stare bene. E' proprio questo il punto.
Io non le penso queste cose e non riuscirò mai ad essere come scrivo, sono solo pensieri belli da ripetersi e da scriversi e da immaginarsi, nient'altro.
Sicuramente riuscirò sempre ad essere imperfetta, talmente imperfetta da farmi vomitare, ma va bene così perchè non penso neanche questo, probabilmente.
Credo di andarmi bene in questo modo purtroppo. Purtroppo.

lunedì, aprile 12, 2010

Here am I sitting in my tin can far above the Moon Planet Earth is blue and there's nothing I can do

Settimana all'insegna di Space Oddity. La ricerca di questa benedetta o maledetta macchina che prima o poi si concluderà positivamente e la totale inerzia rispetto allo studio.
Poi che dire, solo che non riconosco i ciechi e che per i gay sulla torta ci vuole la candelina rosa, così pare.
Ma David Bowie è stato beatificato?

domenica, aprile 04, 2010

Fog

Giorni leggeri e vaghi questi giorni, opprimenti e fuggevoli, inutili. Antistaminici e caffè, aspirine e libri, latte e odore di inchiostro. Immobile e invisibile quando scrivo. Perchè finalmente ce la sto facendo.

martedì, marzo 30, 2010

Visible illusion, Where it starts it ends

Ci sono canzoni che ti perforano, nel vero senso della parola. Un po' perchè le ascolti troppo, un po' perchè ti danno emozioni che non vuoi dimenticare, un po' perchè vuoi ricordare emozioni dimenticate. Dimenticate.
Ci sono canzoni che ascolti a cadenza regolare. Un po' perchè vogliono significare qualcosa, ed al di fuori di una determinata situazione o contesto, perdono il significato attribuitogli, un po' perchè a volte si perdono da qualche parte e si ritrovano vagando - beninteso - non alla loro ricerca.
Ci sono canzoni che non ascolti. Un po' perchè le ami troppo, un po' perchè le odi troppo. E quando le ascolti, ti squarciano.

sabato, marzo 13, 2010

No Distance Left To Run

Oggi va così, che per qualche ragione strana mi ritrovo a ricordare No distance left to run dei Blur e ad ascoltarla con una tristezza infinita, tristezza di sole col freddo, di parchi vuoti, di fiori morti, queste cose qui che anche sforzandosi di allegro non hanno proprio niente, sono tutte parte di un vortice di tristezza, infinita esattamente, una cosa come fare una discesa veloce e sentirsi dentro quella sensazione di qualcosa che sale ma in realtà non sale niente e quindi si rimane lì, con questa sensazione a metà, frustrante perchè non c'è la possibilità di vederla completata come succede naturalmente a tutte le cose.

Oh, è una canzone triste.

lunedì, marzo 01, 2010

L'inizio del mio (secondo) secondo semestre del primo anno.

Tutti con i capelli molto puliti, tranne una ragazza.
Le fighette che ronzano attorno ai fighetti, le prime con delle belle scarpe col tacco o stivali che dir si voglia ai piedi, i secondi con i mocassini nuovi e lucidi.
I marchi Cavalli o Gucci o Armani o altro stampati su tante chiappe ed in bella mostra sulla montatura degli occhiali.
Il professore più politicizzato della storia ("e se non vi va bene, quella è la porta").
La professoressa dagli orecchini a forma di cuore, o meglio dai cuori a forma di orecchini, che dice
"comprendo che voi possiate essere esuberanti e mi auguro lo siate ancora per molto"
ed il ragazzo dietro di me che risponde
"ma noi siamo morti dentro".
Io.
Il soffitto basso dell'aula A di via Belmeloro che mi opprime.
Il caldo.
Il sonno perchè è ora di pranzo.
Nella norma.

sabato, febbraio 27, 2010

Quella Volta Che Ho Voltato Pagina.

L'unica volta nella mia vita in cui ho voltato pagina è stata proprio una volta sola. Proprio una volta. L'unica volta sola. Per il resto, tutto si è evoluto autonomamente e naturalmente, per il resto ho accettato i miei errori e quelli degli altri, ho camminato e lasciato camminare.
L'unica sola volta in cui ho voltato pagina è stato doloroso e ne soffro ancora, perchè l'ho fatto senza elaborarlo e senza chiedermi il Perchè. Il Perchè me lo chiedo ora, e non ho davvero risposta, non una che mi soddisfi, non una. E' successo così, mentre guardavo un foglio, e ho seguito Quello Che Mi Sentivo, Quella Volta Che Ho Voltato Pagina.
Così, da quel giorno, ho capito che voltare pagina non è una cosa necessaria né naturale, è una cosa che succede da sola perchè per il resto, tutto si è evoluto autonomamente e naturalmente, per il resto ho accettato i miei errori e quelli degli altri, ho camminato e lasciato camminare.
La realtà è che non esiste "voltare pagina", esiste solo quello che arriva, l'assecondare, il non assecondare.
E così, dal giorno in cui è successo, che ho voltato pagina s'intende, ho capito che non esiste voltare pagina.

Banalissimo.

domenica, febbraio 21, 2010

Alcuni modi per riutilizzare la Maschera.

Ecco cosa potrei fare:
  • Senza dubbio, lasciata sopra l'armadio raccoglierebbe eccellentemente la polvere.
  • Potrei fingere di avere un uccello impagliato in camera, fa sempre un certo effetto.
  • Potrei avviarmi alla carriera di attrice in un'intensa reinterpretazione di Eyes Wide Shut.
  • Potrei usarla come paracadute nel caso dovessi cadere dalla finestra con Lei in testa.
  • Riuscirei a rapinare una gioielleria senza essere riconosciuta.
  • Riuscirei a rubare le caramelle alla Coop senza essere riconosciuta.
  • Potrei attirare la simpatia di qualche Drag Queen.
  • Sulla base del punto precedente, potrei rischiare di essere ospite di Chiambretti Night, e nel migliore dei casi di Porta a Porta.

mercoledì, febbraio 03, 2010

Gill

Gill questa mattina mi ha detto
- Buona domenica! -
Oggi è mercoledì.
Gill è nato con il mondo, perchè io non posso credere sia uscito da una pancia, e da che chiunque si ricordi, Gill è sempre esistito. Vagava per certo negli anni settanta per Bologna sull'autobus 14, e tutti potevano riconoscerlo dalla grande macchina fotografica che portava sempre appesa al collo.
Adesso Gill raramente vaga, come faceva per certo negli anni settanta, perchè fa il portiere nella biblioteca del quartiere Barca. Non ha più tanto tempo di vagare adesso, Gill.
Ovviamente lui non è un portiere come gli altri, ovvero non si preoccupa solamente di stare nel suo gabbiotto a guardare la gente che passa. Lui partecipa attivamente a tutti quei passaggi. Apre la porta e segue chiunque, preferibilmente di sesso femminile, anche se mi piace pensare che Gill sia assessuato, e da sotto i baffi e l'immancabile completo dice sempre qualcosa. Lui ama semplicemente parlare, a volte del tempo, a volte di cose surrealmente inquietanti ( -Ma a te piace studiare di più sul letto o venire in biblioteca?- ).
Gill noi lo prendiamo per com'è, soprattutto perchè non ci sono alternative, ma ancora di più perchè è nato con il mondo.

martedì, gennaio 12, 2010

I fought the law and I won.

La mattina dell'11 gennaio arrivo in via Zamboni con la fedele bicicletta, la parcheggio ad economia perchè pare abbia il monopolio delle rastrelliere di tutta la zona universitaria, forse pensano di iniziare a farlo pagare sto parcheggio, e ricavarci qualche soldo, non so. Cammino sotto il portico allucinata un po' perchè sono agitata, un po' perchè mi sono addormentata alle cinque e quel poco che ho dormito mi sono sognata l'art. 132 della Costituzione, insomma niente di entusiasmante e che possa favorire sonni tranquilli. Non ero più abituata alla via Zamboni delle otto di mattina, tutta fatta di strade bagnate appena pulite e portico davanti al Teatro Comunale senza barboni, con la musica dell'opera che si diffonde in piazza Verdi e crea un effetto un po' sinistro a dir la verità; arrivo al numero ventidue e le porte di Palazzo Malvezzi sono chiuse, aspetterò qua fuori finendo di morire mi dico, ed in effetti mi appoggio ad una colonna e aspetto. Attira la mia attenzione una porticina dall'altra parte della strada che generalmente è chiusa, si intravede gente che entra ed esce, gente che entra e non esce, gente che guarda chi entra. E' una chiesa perdio. Entro o non entro.

Entro. Stanno iniziando le lodi mattutine ed i banchi sono tutti pieni, quindi rimango in fondo a formulare silenziose preghiere e a chiedermi come è successo che io sia entrata, guardo le altre persone che sono tutte lì per lo stesso motivo, ovvero tanti altri piccoli ipocriti come me, io mi sento così a volte, ipocrita, mossa dalla necessità, tendente solo al proprio fine, molto utilitarista, eppure comunque lo sto facendo e molti altri non lo fanno e magari così scopro qualche cosa che non ho ancora scoperto e che posso scoprire solo qui, in questo posto un po' misterioso e che mi sembra non ci fosse fino a ieri. Invece c'era, mi dicono così.
Le porte di Palazzo Malvezzi si sono aperte e così entriamo un po' titubanti nel chiostro, cerchiamo l'aula grande, ci sediamo. E così è qua che oggi in questo modo mi riconcilio con quello che sono e che volevo essere e scoprirò se è giusto, anche se tendenzialmente non sono queste le cose che fanno presagire, mai, semmai sono le cose che come i lampioni nel parco illuminano un pezzettino piccolissimo di visuale, eppure è quello che c'è e quello che bisogna farsi bastare.
Insomma la prima parte di questo Esame inizia e non mi voglio esprimere su quello che mi è successo in quel momento, ovvero mi è venuto da canticchiare un motivetto che non ricordo, stai zitta stai facendo un esame mi sono dovuta ripetere un paio di volte, e fuori c'era il grigio che in fondo non mi disturba, perchè dentro di me sono blu, blu come l'acqua che non è blu, blu come il cielo che non è blu.
Un'ora dopo sulla porta dell'aula 13 c'era anche il mio nome. Tre ore dopo era finito tutto.

venerdì, gennaio 01, 2010

L'arte dell'utile interiore.

E' oramai consuetudine (manca sì il presupposto soggettivo; ma quello oggettivo è assolutamente innegabile--> comportamento messo in atto nella convizione che sia prescritto dal diritto) che io il primo dell'anno stabilisca con quale canzone iniziare. Non voglio spendere parole inutili e svilenti di quello che rappresenta la poesia della canzone, l'arte dell'utile interiore, oserei chiamarla.

Radiohead - Fog

There's a little child
Running round this house
And he never leaves
He will never leave
And the fog comes up from the sewers
And glows in the dark

Baby alligators in the sewers grow up fast
Grow up fast
Anything you want it can be done
How did you go bad?
Did you go bad?
Did you go bad?
Somethings will never wash away
Did you go bad?
Did you go bad?