martedì, novembre 14, 2006

Il corso di danza popolare

Ebbene sì. Stamattina, il pallido sole che dietro al velo di nuvole cerca di illuminare Bologna, è appena visibile dalla finestra. Fa un po' freddo, comunque. Non molto, ma un po'.
Mentre io vago con la mente nell'immenso universo della mia insanità mentale, dalla finestra entra un raggio di sole; dalla porta entra invece la bidella (per dirla volgarmente senza usare i vari "operatore di qua e di là") con un comunicato. Uno dei tanti, penso subito.
- E' importante.- dice il vecchio Gianni, professore di economia aziendale.
- Devo leggerlo?- gli chiedo.
- Sì dai leggi, che è urgente-.
Mi alzo un po' incerta, e vado verso la cattedra per leggere il misterioso comunicato. Il fatto è che, mentre mi avvicino alla cattedra, non so che quel comunicato mi cambierà la vita. Non lo sospetto neanche. E così, inizio a leggere. Lo faccio lentamente, scandendo bene le parole e riflettendo sul loro significato. Quando finisco, qualcosa è cambiato chiaramente, e non solo per me. Si sente nell'aria. Tutti lo capiscono, e nasce tra noi compagni di classe una mutua alleanza. Decidiamo di dire tutti sì, senza bisogno di parole, senza dirlo espressamente. Basta uno sguardo, a volte: si dice che possa valere più di mille parole.

Dunque, noi abbiamo deciso di dire sì: a gennaio partecipiamo al corso di danza popolare.

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