venerdì, novembre 24, 2006

La professoressa Cesari

Oggi, non sapendo cosa fare, mentre guardavo fuori dalla finestra mi sono interrogata sui misteri della vita.
La prima cosa che mi è venuta in mente, e sottolineo COSA, è stata lei, la Professoressa Cesari. Uno dei più grandi perchè, senza dubbio.
Appena la vedi, già sai che avrai qualche problema a relazionarti con lei. Si aggira per i corridoi tutta incurvata, quasi stesse nascondendo qualcosa. Ha da poco abbandonato il marsupio che da anni la accompagnava, sostituendolo con una borsa trasparente che sembra quasi di plastica. Quelle della spesa, per intenderci. La testa, le mani, i piedi, sono piccolissimi. I suoi capelli sembrano spaghetti Barilla n°8; di quelli spezzati come per metterli nel brodo, perchè sono corti. E lo sguardo che si nasconde dietro a due fondi di bottiglia marcati Chanel, non fa che intricare questo mistero. Quando parla, qualunque cosa stia dicendo, guarda per terra. Per la verità, a qualche miglioramento ci siamo arrivati: quest'anno pare sia giunta almeno ad altezza ginocchia, nelle conversazioni dirette.
Tolto però il problema dello sguardo, dovuto non si sa se a soggezione nei confronti dell'intera umanità o ad un grave difetto fisico, ne sopraggiunge un altro: i capelli, gli spaghetti. Non riesce a darsi pace, con i capelli. Continuamente se li ravvia; quando parla, quando sta zitta, quando cammina, quando scrive sull'agenda di cui pochi hanno potuto leggere il contenuto. Una volta, qualcuno si è azzardato a chiedere il perchè di tanto accanimento con i capelli. Ciò che ha risposto, ha lasciato tutti senza parole.
- Beh, è vero, io mi fustigo i capelli.. Questo è dato dalla mia ignoranza e dal fatto che vorrei uscire di qua perchè ho fame e non posso.-
Come spiegazione è più che sufficiente.
Il vero problema, però, è essere così presuntuosi da cercare di capire come un essere del genere sia in mezzo a noi. E' uno degli errori per cui Dio andrebbe licenziato, solo su questo non c'è dubbio.
Perchè che altro si può cercare di capire, da una che, laureata in patologia delle piante, insegna geografia economica.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma cara che corso è geografia economica??sembra uno di quei corsi fittizi della cattolica...
pensa poi quando quella ha la forfora sembra un piatto di spaghetti ala ricotta...
ciao
Marty

Giulia ha detto...

Il problema è: l'idea che LEI si è fatta di questa materia..
In caso di spaghetti conditi, possiamo mangiare tutti insieme allegramente e risparmiarle la fustigazione dei capelli! Puoi venire anche te se vuoi

20nd ha detto...

Scrivi da Dio! Non licenziarlo, o rischieresti di trovarti senza posto di lavoro...